Nel cuore dell’antica terra Sabina, ai piedi del monte Acuziano, in un’atmosfera di mistico silenzio, immerso nel fascino di una natura verdeggiante, troviamo Farfa, due sillabe, un piccolo borgo, un grande nome che le viene dal fiume Farfa che scorre vicino, il Farfarus di Ovidio, il Fabaris di Virgilio.
Caratteristico villaggio sorto presso la famosa abbazia, chiuso da mura si compone da basse costruzioni al cui piano terreno si aprono delle botteghe artigiane, dal tipico architrave in legno, che venivano date in affitto dai monaci nelle grandi fiere di aprile e settembre che richiamavano gente da tutta l’Italia centrale.
La planimetria è tipicamente medievale: al pian terreno troviamo la bottega artigiana con un’ampia apertura sulla strada mentre al piano superiore sono le stanze di abitazione, che fanno del borgo un luogo senza tempo.
Lo sviluppo successivo del borgo avviene sempre tangenzialmente alla strada principale, in parallelo rispetto al lato lungo del monastero.
Ogni strada prende il nome dalle merci che vi si custodivano. Unica contrapposizione a questo parallelismo è la strada perpendicolare, in corrispondenza dell’ingresso dell’abbazia, aperta per volontà di Alessandro Farnese nel 1572.
Nella visita del Borgo si possono acquistare prodotti artigianali quali biscotti, ceramiche e tessuti alcuni dei quali prodotti con un antico telaio del ‘600 ancora funzionante. Oltre a un Erboristeria di Monastica Officina che seleziona i migliori prodotti alimentari e di cosmetica dei Monasteri, dei Conventi e delle Abbazie d’Italia e d’Europa, creando speciali confezioni da acquistare direttamente.
Imprescindibile una visita alla chiesa abbaziale, con il portale del XIV sec., al di sopra del quale campeggia un affresco attribuito a Cola dell’Amatrice (1508) e lo stemma degli Orsini e la facciata con frammenti di sarcofagi pagani e paleocristiani.
All’interno un Giudizio Universale dipinto dal fiammingo Henrik van der Broek con la rara tecnica dell’olio su muro, nel 1561, la venerata immagine di una Madonna col Bambino, detta Madonna di Farfa (XIII sec.), rivestita nel XIX secolo da una lamina di ottone sbalzata che lascia scoperti solo i volti, mentre il soffitto del transetto e del coro sono decorati con splendide grottesche della scuola degli Zuccari (1576).
Nel Museo Archeologico Medioevale sono molti i reperti conservati in ottime condizioni, dal cofanetto di avorio della scuola di Amalfi dell’XI secolo alla parte posteriore del trono dell’abate Sicardo del IX secolo. Nel centro di questo museo si trova una grande vetrina con dodice scene che raccontano i momenti più importanti della vita dell’Abbazia.
Nelle due stanze adiacenti ci sono due grandi scene che rappresentano la vita in epoca medioevale e la famosa fiera di Farfa, che ancora oggi colpisce l’immaginazione popolare..
Poi ancora miniati di grande valore, pergamene, incunamboli, rare ed importanti edizioni come la famosa “Enciclopedia” di Diderot e D’Alambert in un’edizione stampata a Lucca nel 1700.
Nella Biblioteca sono conservati codici ed incunamboli e circa 45.000 volumi tra cui uno dei primi libri stampati in Italia, il “De Civitate Dei” di Sant’Agostino, del 1467.