La terra reatina è culla del monachesimo. Grandi e potenti abbazie dominarono nei secoli centrali del Medioevo. Ancora oggi quei luoghi sono gioielli misteriosi e imponenti, dislocati su tutto il territorio: dall’Abbazia di Farfa a quella di San Salvatore Maggiore, dall’Abbazia dei Santi Quirico e Giulitta a quella di San Pastore.

Nel corso del XIII sec. gli Ordini Mendicanti, e soprattutto i Francescani, presero il posto dei monaci benedettini e ridisegnarono la geografia mistica della provincia. I Francescani ebbero tra XIII e XIV sec. una vera e propria esplosione, arrivando a contare ben 23 insediamenti, capillarmente distribuiti su tutto il territorio.

I conventi e le chiese francescane del reatino sono veri e propri gioielli d’arte, cultura e storia. In questo patrimonio spicca la rara bellezza della chiesa di San Francesco a Leonessa e di quella di Amatrice.

La chiesa e il convento di San Francesco a Leonessa
Venuti a Leonessa, alla fine del sec. XIII, i Francescani avviarono la costruzione del convento e della chiesa. I lavori si protrassero fino alla prima metà del XV sec.
L’elegante facciata è in conci di pietra rossa leonessana. È ingentilita dal ricco portale tardogotico.

L’interno, diviso in tre navate da possenti pilastri ottagonali, ospita opere di notevole pregio. Nelle navate si trovano i portali impreziositi da bassorilievi provenienti da altre chiese. Le pareti conservano dipinti del XIV e XV sec.: una Santa Caterina d’Alessandria, la SS.ma Trinità attribuita a Domenico da Leonessa, attivo nella seconda metà del XV sec. Nel 1993 è stato scoperto nella Cripta un ciclo di affreschi di ispirazione giottesca attribuiti ad autori diversi. Tra essi il Paradiso (inizi del XIV sec.) e il miracolo della Madonna dell’ulivo (inizi del XV sec.).

La chiesa di San Francesco ad Amatrice
Nel centro storico di Amatrice, borgo antico incastonato tra i Monti della Laga, sorge la chiesa di San Francesco (XIV sec.).
La facciata, a coronamento orizzontale, ospita il bel portale di forme gotiche. Nella lunetta trova posto il raffinato gruppo scultoreo della Vergine col Bambino tra due Angeli.
L’interno ha una sola navata e un imponente abside semipoligonale. Le pareti sono impreziosite da affreschi databili tra XIV e XV sec. Su tutti spicca l’altare della Madonna di Filetta (XVII sec.), scrigno del prezioso reliquiario cesellato (1472), attribuito al grande orefice marchigiano Pietro di Vannino.